Stato (342.000 kmq; 3.583.000 ab.) dell'Africa centrale. Confina a Nord con il
Camerun e la Repubblica Centrafricana, a Est e a Sud con la Repubblica
Democratica del Congo, a Sud-Ovest con l'Angola e con l'Oceano Atlantico, a
Ovest con il Gabon. Capitale: Brazzaville. Città principali: Pointe
Noire, Loubomo, Owando. Ordinamento: Repubblica presidenziale.
Ex colonia francese, è indipendente dal 1960. Il presidente della Repubblica
è eletto direttamente e rimane in carica per sette anni. Il Parlamento è costituito
dall'Assemblea nazionale, formata da 153 membri, e dal Senato, formato da 66 membri.
Moneta: franco CFA. Lingua: francese. Religione: cristiana (65%), animista (33%), musulmana
(2%). Popolazione: formata da numerosi gruppi etnici, essenzialmente Bakongo,
Bateke, Mboshi, Mbeti.
GEOGRAFIALa parte
settentrionale del territorio è costituita da una pianura alluvionale;
quella centrale e orientale da altopiani che si innalzano dai 500 ai 1.000 m. Il
C. è solcato dai fiumi Ubanghi, Sanga, Alima, affluenti del fiume
Zaire. Il clima di tipo equatoriale, caldo e umido, presenta temperature elevate
con abbondanza di precipitazioni che favoriscono la rigogliosa diffusione della
foresta pluviale, estesa su metà del territorio; la foresta cede il posto
alla savana solo nelle zone meno
umide.
Cartina del CongoECONOMIAL'economia
del Paese si basa principalmente sulle risorse del sottosuolo. I giacimenti di
petrolio, la cui produzione è controllata dalle maggiori compagnie
straniere, si concentrano sui fondali marini. Vi sono inoltre giacimenti di oro,
rame, piombo. L'agricoltura, che occupa il 60% della popolazione, fornisce
soprattutto manioca e batata, appena sufficienti per il fabbisogno interno;
partecipano invece all'esportazione caffè, canna da zucchero, cacao,
arachidi. Rilevante la produzione di legname, mentre modesto è
l'allevamento. Tra le industrie, non molto attive, ricordiamo le alimentari,
quelle per la lavorazione del legno, le chimiche, le tessili, della birra e
delle sigarette. Il
C. è uno dei più sviluppati tra i Paesi
dell'Africa nera, ma mantiene ancora un rapporto di dipendenza economica dalla
Francia, Paese dal quale proviene la maggior parte delle importazioni
(bilanciate attraverso l'esportazione di idrocarburi). La rete dei trasporti
è
discreta.
STORIAOriginariamente
il territorio fu abitato da pigmei e boscimani, divenendo poi sede dei regni
bantu di Luango e Kacongo. Per più di tre secoli, i bantu svolsero il
ruolo di intermediari e fornitori di schiavi per Inglesi e Francesi. Verso la
fine del XIX sec., iniziò la colonizzazione francese di questi territori
e la tratta degli schiavi venne sostituita dal commercio di caucciù e
olio di palma. Guidati dall'esploratore Pierre Savorgnan de Brazza (che
diede il nome alla capitale), nel 1880 i Francesi avviarono una violenta opera
di colonizzazione, che provocò la nascita dei primi movimenti
anticolonialisti. Inizato il processo di decolonizzazione dopo la seconda guerra
mondiale, la Francia decise di appoggiare il frate Fulbert Youlou, il quale,
alla guida dell'Unione Democratica per la Difesa degli Interessi Africani,
nel 1960 divenne il primo presidente del
C. indipendente. Ma il crescente
dissenso da parte della popolazione contro la corruzione e la presidenza troppo
filo-francese sfociò in un'insurrezione popolare durante i
cosiddetti
tre giorni gloriosi, dal 13 al 15 agosto 1963. Divenne
presidente A. Massemba-Débat che riuscì a costringere alla
ritirata le truppe francesi ancora di stanza nel Paese. Dimessosi nel 1969 a
causa di forti tensioni tra il suo movimento e l'esercito, fu sostituito
da M. N'Gouabi, portavoce dell'ala sinistra dell'esercito. Nel
1973 venne approvata la nuova Costituzione, in cui veniva proclamata
ufficialmente l'istituzione della Repubblica Popolare del
C. Nel
1975 N'Gouabi avviò un ampio processo di revisione delle strutture
partitiche, dell'apparato statale e delle organizzazioni popolari;
riconobbe inoltre il Governo dell'Angola, divenuta in quell'anno indipendente.
Nel marzo 1977 N'Gouabi venne assassinato per ordine dell'ex
presidente Massemba-Débat. Il nuovo presidente J. Yombi Opango, accusato
presto di corruzione, dovette rinunciare alla carica per essere sostituito da D.
Sassou Nguesso. Quest'ultimo intraprese un processo di rinnovamento
delle strutture amministrative e ministeriali. Negli anni Ottanta le finanze
precarie del
C. migliorarono grazie alle esportazioni di petrolio. Nel
1990 venne decisa l'adozione di un sistema multipartitico e nel 1992 venne
elaborata una nuova Costituzione. Le elezioni legislative del 1993 attribuirono
la vittoria a una coalizione guidata da P. Lissouba, sebbene le opposizioni
(Partito congolese del lavoro e Unione per il rinnovamento democratico)
contestassero i risultati. Nell'ottobre 1997 l'ex presidente, generale D. Sassou
Nguesso, rovesciò Lissouba, formando
un Governo d'unità nazionale e nominandosi capo dello Stato; il
Parlamento venne sostituito da un Consiglio nazionale di transizione. Nel 1997
le tensioni etniche e politiche esplosero in una guerra civile che vide
schierate da una parte le forze armate appoggiate dalle milizie (Cobra) del
presidente Sassou Nguesso, e dalle forze dell'Angola, e dall'altra
quelle dell'ex presidente Lissouba e del sindaco della capitale B.
Kolélas (Cocoyes e Ninjas). La guerra, distruggendo buona parte delle
infrastrutture, rese la situazione economica ancora più disastrosa, e
costrinse più di un terzo della popolazione ad abbandonare le proprie
abitazioni e a trovare rifugio nel Gabon o nella Repubblica Democratica del
Congo. Gli scontri armati proseguirono fino al 2000 nonostante, grazie alla
mediazione del presidente del Gabon O. Bongo, nel dicembre 1999 fosse stato
sottoscritto un accordo di cessate il fuoco che consentì un parziale
ritorno dei profughi. Nel gennaio 2002 i Congolesi votarono in larga maggioranza
a favore del referendum costituzionale contenente emendamenti volti a consolidare
i poteri del presidente. Nel mese di marzo il presidente Sassou N'guesso venne riconfermato
in un'elezione caratterizzata dall'assenza di validi rivali, ai quali era stata negata
la possibilità di partecipare. Nel marzo dello stesso anno si registrarono violenti
scontri tra militari e i ribelli Ninja, che portarono alla fuga di migliaia di civili.
Nel mese di giugno, dopo una violenta battaglia nelle strade di Brazzaville che causò
la morte di un centinaio di persone, i ribelli Ninja vennero battuti dalle forze governative:
un anno più tardi (marzo 2003) il leader dei Ninja, Pastor Ntumi, e il Governo congolese
firmarono un accordo per la cessazione delle ostilità e il ritorno dello stato di diritto
in tutto il Paese. Dal 2005, tuttavia, furono compiuti diversi attentati
a esponenti delle Nazioni Unite e di Medici Senza Frontiere (MSF), a tal punto che
nel 2006 l'organizzazione non governativa MSF decise di ritirarsi
temporaneamente dalla maggior parte della regione del Pool.